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"La produzione scultorea occupò gran parte degli ultimi vent'anni dell'attività, e della vita, di Aloi, pur non obliterando la sua lunga devozione alla pittura. Nelle sue opere a tutto tondo egli intese tenere insieme le formulazioni di astrattismo post-cubista, non interessato alla corporeità della materia, con più dense e drammatiche soluzioni informali, quasi macchine e strumenti della vita e del lavoro, contorti e distorti da una forza appassionata, apparentemente tesa a cancellare la riconoscibilità degli oggetti in direzione del caos, ma, nei risultati, a ricostruire una forma fantasctica oltre l'evidenza strumentale." (R. Bossaglia, 1986)